Come Verificare se il Defunto ha Debiti prima di accettare eredità

Purtroppo la morte di una persona cara è sempre un evento traumatico. Uno degli aspetti su cui occorre necessariamente concentrarsi è se la scomparsa della persona possa comportare per noi anche un danno economico, oltre che affettivo, e quindi è importante capire come verificare se il defunto ha debiti.

Come Verificare se il Defunto ha Debiti

Come scoprire se il defunto ha debiti

Per fortuna, i modi per capire quali possono essere gli eventuali debiti del defunto sono diversi e li vediamo di seguito. Dedicando un piccolo paragrafo di approfondimento per ciascuno. Del resto, i fronti debitori che una persona potrebbe non aver risolto, volontariamente o involontariamente, possono essere diversi: con il Fisco, con l’Inps, con le banche, con privati, ecc.

Come scoprire i debiti del defunto con il Fisco

Partiamo dai debiti con il Fisco del defunto, i quali, statisticamente, sono anche quelli più diffusi e che forse preoccupano di più. In questo caso, è possibile presentare presso l’Agenzia delle Entrate un’istanza di accesso agli atti per verificare se sussistono eventuali contestazioni in corso. Questa pratica dà però per scontato che tu sia il legittimo erede, altrimenti ti sarà negati per questione di privacy.

Malgrado comunque dimostri buona volontà nel riferirti al Fisco di tua spontanea volontà, ciò comunque non ti salverà dalle verifiche non ancora avviate dall’ufficio delle imposte. Il quale peraltro ha 5 anni di tempo per eseguirle, a partire dall’anno successivo a quello di presentazione della dichiarazione dei redditi.

C’è però anche una buona notizia: in caso esistano effettivamente dei debiti verso il Fisco, sarai tenuto a versare solo le tasse e non le sanzioni. Infatti, queste ultime non sono ereditabili.

Un altro passaggio da fare per accertarsi che il defunto non abbia lasciato debiti, è quello di recarsi presso l’Agenzia Entrate Riscossione. Qui dovrai richiedere un estratto di ruolo che non può esserti negato se sei l’erede legittimo. Questo documento, infatti, ti dirà in modo chiaro se ci sono cartelle esattoriali pendenti. Ma vale anche sempre il discorso dei controlli nei 5 anni dall’ultima dichiarazione.

Per ottenere l’estratto di ruolo, servono i seguenti documenti:

  1. certificato di morte del defunto;
  2. documento di identità;
  3. dichiarazione sostitutiva dell’atto di notorietà nella successione;
  4. delega degli altri eventuali eredi.

Altra buona notizia: anche le multe stradali e per sanzioni (amministrative o penali), proprio come le succitate sanzioni, non si trasferiscono sugli eredi. Per quanto concerne la prescrizione, invece, essa scatta dopo 10 anni, che scendono a 5 anni per le imposte dovute agli enti locali (Comune, Provincia o Regione), nonché i contributi previdenziali dovuti all’Inps. Anche la prescrizione si può verificare.

Ecco come: presenta all’Agente della Riscossione una richiesta di accesso agli atti. In questo modo potrai verificare quando è avvenuta la notifica dell’ultimo sollecito di pagamento. Così potrai iniziare un speranzoso countdown fino a 5 o 10 anni.

Come scoprire i debiti del defunto con l’INPS

Per quanto concerne l’Inps – Istituto di Previdenza sociale – vale quanto detto prima per il Fisco (del resto in entrambi i casi si tratta di debiti verso lo Stato).

Quindi, perverificare eventuali debiti, dovrai procurarti un’istanza di accesso agli atti, con le modalità prima accennate. Vale quindi quanto già detto in precedenza: per i debiti verso l’Inps la prescrizione scatta dopo 5 anni e pagherai solo le tasse dovute e non le sanzioni.

Come scoprire i debiti del defunto con le banche

Discorso diverso per le banche, che, come noto, non sono certo clementi, anche in caso di lutto (ed è anche giusto, in fondo). Il modo più semplice per accorgersi se ci sono debiti in corso, è controllare se nella buca postale del defunto arrivino estratti conto e richieste di pagamento.

Sarà anche utile per scoprire con quali banche aveva un rapporto di clientela e presso di essere puoi farti consegnare un’attestazione con l’indicazione dei debiti in corso. Si pensi a finanziamenti ricevuti, carte attivate, mutui, ecc.

La scocciatura è che, non esistendo (almeno al momento della scrittura) un registro unico per tutte le banche, occorrerà recarsi presso tutte le banche verso le quali il defunto aveva una situazione debitoria.

Come scoprire gli altri debiti del defunto

Nel caso in cui il defunto fosse un imprenditore come ditta individuale o società di persone devi rispondere direttamente degli eventuali debiti. Se invece era socio di una Srl, una Spa o una Sapa, allora gli eventuali debiti non sono trasferibili sulla persona, come previsto dalla legge. E, quindi, di conseguenza, men che meno sui suoi eredi.

Altro caso di debiti contratti dal defunto e che rischi di doverti accollare come erede sono quelli delle utenze, fatto non escludibile alla luce di come siano schizzate di recente le bollette energetiche (occhio però anche alla linea telefonica, l’erogazione di acqua, ecc.).

Attenzione poi ai debiti maturati verso professionisti (ad esempio, l’avvocato o il commercialista), così come quelli con il condominio. In quest’ultimo caso, si può chiedere all’amministratore di condominio un’attestazione che ti dirà se ci sono delle quote non corrisposte, nonché siano presenti dei lavori deliberati e non ancora avviati.

Una cosa buona da fare sarebbe anche quella di farti fare una visura sugli immobili di proprietà del defunto per capire se ci sono in corso pignoramenti e/o ipoteche. Potresti ricorrere a un CAF per evitare di perdersi tra i meandri degli uffici burocratici.

Per ricostruire il quadro debitorio di un defunto, che non sia maturato nei confronti di banche o lo Stato, ci si può far aiutare da preposte società private di investigazione che riescono a ricostruire la posizione reddituale di una persona. Esse infatti, se riconosciute e legali, possono accedere a registri di tribunali e quindi risalire a debiti, pignoramenti, ipoteche maturati. 

Evitare invece persone senza un pedigree certo, poiché si rischia solo di regalare soldi a truffatori.

L’estratto di ruolo online del defunto

Definiamo meglio cos’è l’estratto di ruolo online del defunto. Viene anche definito estratto conto debitorio. Il nome è alquanto evocativo, giacché offre i seguenti dati:

  • i debiti;
  • le iscrizioni a ruolo;
  • le cartelle esattoriali in corso nonché le relative rateizzazioni ove richieste;
  • i pagamenti effettuati;
  • i pagamenti in scadenza;
  • i pagamento già scaduti.

Il documento può essere richiesto direttamente online attraverso i servizi online di Agenzia Entrate Riscossione, accedendo tramite SPID o CIE. Si tratta di una modalità semplice ed immediata di ottenimento del documento.

In caso si opti per una tradizionale istanza cartacea, si otterrà il rilascio immediato del documento. Tuttavia, potrebbero esserci casi in cui una situazione debitoria particolarmente complessa necessiti di più tempo. Per evitare di doverci ritornare, si può chiedere un comodo invio tramite al proprio indirizzo PEC.

Certificato carichi pendenti del defunto

Per capire come uscire dai debiti del defunto, può tornarci utile il certificato carichi pendenti del defunto consente invece di verificare l’esposizione debitoria di una persona, fisica o giuridica, specificamente nei confronti dello Stato. Quindi vi rientrano tutti i debiti sottostanti:

  • con l’Agenzia delle Entrate;
  • illeciti amministrativi, versamenti omessi o parziali di IVA;
  • imposte diretto o imposte indirette o altri tributi.

L’istanza per il rilascio del certificato deve essere presentata all’Ufficio competente in base al domicilio fiscale del soggetto di imposta tramite l’apposito modello – istanza – rtf.

La richiesta può essere presentata personalmente o tramite soggetto delegato munito di formale delega da consegnare unitamente alla richiesta del certificato.

Il modello compilato e sottoscritto può essere presentato all’Ufficio dell’Agenzia delle entrate competente nelle seguenti modalità:

  1. mediante il servizio consegna documenti e istanze presente nell’area autenticata del sito internet dell’Agenzia delle entrate;
  2. mediante consegna diretta all’Ufficio territoriale competente. In questo caso l’Ufficio rilascia la relativa ricevuta;
  3. mediante raccomandata con avviso di ricevimento all’Ufficio territoriale competente allegando una fotocopia del documento di identità del soggetto che firma il modello;
  4. mediante posta elettronica certificata specificando nell’oggetto “Richiesta Certificato carichi pendenti”.

In caso il defunto è assimilabile a un “grande contribuente” allora la richiesta deve essere inoltrata esclusivamente alla Direzione regionale territorialmente competente. Sul sito dell’Agenzia ci sono tutti i chiarimenti.

Il rilascio avviene entro 30 giorni dalla data in cui la relativa richiesta è pervenuta all’Ufficio competente.

Quali debiti si estinguono dopo la morte?

Chiudiamo infine con una buona notizia: quali sono i debiti del defunto che non trasmissibili agli eredi:

  • insolvenze cadute in prescrizione;
  • le sanzioni per i debiti con lo Stato (Fisco o Inps);
  • le multe, più precisamente, le sanzioni fiscali e amministrative;
  • le sanzioni penali, sebbene non sempre: si pensi agli abusi edilizi;
  • i debiti da gioco e scommesse;
  • gli alimenti da passare all’ex coniuge, ai figli, ecc.;
  • le donazioni a enti caritatevoli o onlus.

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