Debiti del padre

Non voglio pagare i debiti di mio padre: cosa può fare un figlio per tutelarsi dei debiti di un genitore

Debiti del padre

Può accadere che un padre non riesca (o non voglia) pagare dei debiti. Mettendo a rischio così i suoi figli, che iniziano a chiedersi: “Non voglio pagare i debiti di mio padre, cosa posso fare?”.

In questo articolo parleremo soprattutto dei debiti di un padre in vita, dedicando solo alla fine un breve paragrafo al caso in cui il padre sia deceduto (con rimando ad un approfondimento).

Del resto, sono diversi i forum zeppi di Topic sull’argomento, ai quali gli avvocati cercano di dare una risposta esaustiva. Noi cerchiamo di riassumere il tutto di seguito.

Debiti del padre ricadono sui figli: quando?

Sgomberiamo subito il campo da equivoci e cerchiamo di capire in quale caso i debiti di un padre ricadono sui figli.

I debiti dei genitori ricadono sui figli solo dopo la loro morte e che sia stata acclarata l’accettazione dell’eredità.

Cosa vuol dire questo? Due cose soprattutto:

  1. Il figlio, almeno finché il padre o la madre sono in vita, non deve preoccuparsi dei relativi creditori. Poiché questi ultimi non hanno alcun potere su di lui, giacché rientrano anche essi tra i soggetti estranei all’obbligazione. Malgrado il legame di consanguineità o legale (pensiamo a figli adottati). Dunque il creditore non può rivalersi su di loro;
  2. Anche a morte avvenuta, il debito non si trasferisce automaticamente al figlio, giacché egli deve accettare l’eredità. Anche qui vale sempre il principio che il semplice fatto che sia suo figlio, non lo rende responsabile dei debiti del defunto.

Come avviene l’accettazione dell’eredità, che fa quindi sopraggiungere anche il debito? Anche qui in 2 modi:

  1. una dichiarazione espressa, prestata dinanzi al notaio o al cancelliere del tribunale
  2. comportamento tacito, per esempio, la vendita di uno dei beni dell’eredità o il prelievo dal conto corrente

Nel primo caso, il figlio dimostra di voler entrare in possesso dell’eredità dei genitori in modo chiaro, con un atto ufficiale. Nel secondo caso, con un comportamento, magari anche involontario e fatto senza conoscerne le conseguenze. Ma si sa, la legge non ammette ignoranza.

Del resto, non sono rari i casi in cui un padre nasconda (per pudore o per volontà di lasciare i figli fuori da certi problemi) un debito ai propri figli. E questi ultimi ne vengano a conoscenza appunto successivamente, con una operazione ordinaria in buona fede.

Quale parte dei debiti ricade sul figlio

Ora, o volente o nolente, quando scatta l’accettazione dell’eredità, il figlio diventa a tutti gli effetti erede del debitore. Quindi si becca anche i suoi debiti. Ma va comunque aggiunto che ne risponde solo nei limiti della quota personale ricevuta in successione. Si parla in gergo di «obbligazione parziaria».

Quindi, se un immobile è stato spartito tra tre figli, ogni erede sarà responsabile del debito per una quota del 33%. E solo per quella.

Tale regola non vale però in caso di omesso versamento dell’imposta sulle successioni e sui redditi. In questo caso il fisco può chiedere l’integrale pagamento della somma ad ognuno di loro, salvo la rivalsa sui coeredi per le rispettive. In tal caso si parla di «obbligazione solidale».

Come difendersi dai debiti dei genitori

Posto che, fin quando sono in vita i figli non sono chiamati a rispondere dei debiti dei genitori, l’unico modo per tutelarsi dai debiti dei genitori è rinunciare all’eredità.

Va poi aggiunto che tale rinuncia non implica il dover rinunciare ad una eventuale polizza assicurativa che il genitore ha intestato (per esempio l’assicurazione sulla vita), né alla pensione di reversibilità qualora sia un minore o abbia fino a 26 anni entro certi casi.

Tuttavia, se il figlio ha stipulato una fideiussione in favore del genitore (si pensi ad un mutuo o ad un finanziamento presso una banca o un ente finanziario accreditato), la dipartita del genitore non porta alla sua decadenza. Che quindi resta in piedi e diventa un debito personale.

Come evitare debiti padre senza rinunciare all’eredità

E’ anche possibile evitare i debiti dei genitori, ma senza per questo rinunciare al contempo all’eredità. Tecnicamente questa opzione si chiama accettazione con beneficio di inventario.

Come funziona? In sostanza, il figlio erede è tenuto a fare prima un inventario dei beni ricevuti dal defunto, rispondendo entro i limiti del valore della propria quota e non con il suo patrimonio personale.

Questo comporta il vantaggio che il creditore non potrà pignorare i beni di proprietà dell’erede ma solo quelli pervenutigli con la successione. Quindi, in questo modo si tutela dalla possibilità che finisca per ritrovarsi con una passività maggiore rispetto alle stesse attività beneficiate con l’eredità.

Quali debiti dei genitori si estinguono con la loro morte

Bisogna poi fare un doveroso distinguo. Non tutti i debiti di un padre ricadono sul figlio. Alcuni in effetti si estinguono con la morte dei genitori. Come:

  • sanzioni amministrative: si pensi al protesto di un assegno
  • sanzioni penali: per reati come l’abuso edilizio
  • sanzioni tributarie: si resta debitori del capitale originario dovuto (ovvero l’ammontare dell’imposta non versata) ma non delle more sopravvenute col tempo
  • multe stradali
  • debiti di gioco o scommesse
  • prestazioni personali: vi rientrano per esempio l’assegno di mantenimento all’ex moglie o ai figli
  • debiti finiti in prescrizione, poiché il creditore non ha più inviato solleciti affinché ciò non avvenisse. Va detto comunque che i termini di prescrizione variano in base alla tipologia di debito ed imposte. Generalmente, la scadenza temporale massima è 3, 5 o 10 anni a seconda dei casi

Come tutelarsi da debiti di un genitore: domande frequenti

Dedichiamo ora un paragrafo alle domande più frequenti che un figlio, giustamente preoccupato, si pone consapevole della situazione debitoria dei suoi genitori.

Mio padre ha un debito e rischia licenziamento: quali rischi per me?

Il figlio, come visto nel corso di questa guida, non rischia nullafinché il padre è in vita. Alla sua morte, comunque, la trasmissione del debito non è automatica ma sopravviene qualora accettasse l’eredità. Accettazione che può avvenire in modo palese, tramite un atto notorio per esempio, o con un comportamento implicito (prelievo dal conto corrente, vendita di un immobile, ecc.).

In caso di genitori separati, se mio padre ha un debito ricade su di me?

No. Il debito di tuo padre ricade su di te solo quando morirà e solo se accetterai l’eredità.

Ricordando che l’eredità viene tacitamente accettata anche un comportamento inconsapevole, come un prelievo dal conto corrente, la vendita di un immobile, ecc. E comunque, anche in questo caso, è possibile giocarsi la carta dell’accettazione con beneficio di inventario. Così da pagare solo il dovuto e non ritrovarsi con debiti maggiorati. Per farlo, il figlio erede è tenuto a fare prima un inventario dei beni ricevuti dal defunto, rispondendo entro i limiti del valore della propria quota e non con il suo patrimonio personale.

Ho firmato una fideiussioni per mio padre: si estingue con la sua morte?

No. La dipartita del genitore non porta alla sua decadenza. Che quindi resta in piedi e diventa un debito personale.

Voglio rinunciare all’eredità per non incorrere nei debiti di mio padre. Perdo anche assicurazione sulla vita?

No. La rinuncia non implica il dover rinunciare ad una eventuale polizza assicurativa che il genitore ha intestato (per esempio l’assicurazione sulla vita), né tanto meno alla pensione di reversibilità qualora sia un minore o abbia fino a 26 anni entro certi casi.

Siamo 4 figli eredi: Qual è la mia quota di debito dovuta?

Ogni figlio risponde solo nei limiti della quota personale ricevuta in successione. Si parla in gergo di «obbligazione parziaria». Quindi, se un immobile è stato spartito egualmente tra tutti quanti voi, ogni erede sarà responsabile del debito per una quota del 25% (100:4), ovvero un quarto del capitale. E solo per quella.

Tale regola non vale però in caso di omesso versamento dell’imposta sulle successioni e sui redditi. Che va pagata totalmente da ciascuno.

Come tutelarsi da debiti di un padre defunto

Accenniamo solo in questa sede a come tutelarsi dai debiti ereditati da un padre defunto, mentre per un maggiore approfondimento rimandiamo a questo articolo.

In pratica, per tutelarsi dai debiti non pagati di un padre defunto occorre rinunciare all’eredità. Quindi, non stipulare alcun atto pubblico né compiere comportamenti che possano implicitamente costituire una accettazione dell’eredità. L’esempio più classico è quello di un semplice prelievo da un conto corrente o l’accesso ai titoli su una banca.

E’ possibile comunque anche accettare l’eredità ma con il beneficio di inventario, così da rispondere solo parzialmente al debito. Inoltre, rinunciare all’eredità non significa rinunciare a tutti i benefici e diritti ereditati. Come una Polizza vita o la pensione di reversibilità nei casi previsti dalla legge, che saranno ugualmente goduti.

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