Bollette non pagate: cosa fare e conseguenze

Sicuramente la crisi che ci ha colpiti già a partire dalla pandemia ha messo in difficoltà molte famiglie italiane. E ora, mentre tutto aumenta ancora più spropositatamente, diventa sempre più difficile sostenere tutte le spese, e spesso restano le bollette non pagate.

Bollette non pagate: cosa fare e conseguenze

Come è facilmente immaginabile tanti non riescono ad arrivare a fine mese, con bollette non pagate che si accumulano una dopo l’altra. Che fare dunque in questa situazione?

Vediamo di seguito come comportarsi e quali sono le conseguenze del mancato pagamento.

Bollette pagate in ritardo

Cominciamo dal caso delle bollette che sono state pagate solo in ritardo rispetto alla data di scadenza.

Qui l’utente, potrebbe vedersi aggiungere (anche se non sempre) all’importo totale gli interessi maturati per ogni giorno di ritardo, la cui percentuale varia non solo in base alle condizioni contrattuali dell’azienda fornitrice, ma anche a seconda che ci si trovi nel mercato tutelato o libero.

Nel primo caso infatti la percentuale di interessi è fissata al 3,5%, mentre nel secondo caso potrebbe anche essere superiore.

Solleciti delle Bollette non pagate

Venendo proprio al caso delle bollette non pagate solitamente le varie aziende fornitrici non procedono subito all’interruzione dell’utenza. Tutto ruota intorno al cosiddetto “termine di tolleranza” concesso, entro cui il cliente, seppur in ritardo, può al massimo vedersi recapitare dei solleciti senza che però la fornitura venga interrotta o che, peggio ancora, venga chiuso il contratto di fornitura.

Il termine di tolleranza viene inteso solitamente per un periodo non superiore ai 20 giorni. Entro cui il consumatore deve adempiere.

La prassi vuole che gli utenti si vedano recapitare da uno a 2 solleciti, a seconda della compagnia e delle condizioni contrattuali. E per legge, in ogni caso, la sospensione della fornitura non può avvenire se prima l’inadempiente non è stato avvisato tramite raccomandata del mancato pagamento delle bollette. Quest’ultima infatti funge da diffida e ha valore legale, e deve contenere il termine entro cui il moroso potrà sanare il debito.

Va anche esclusa l’interruzione dell’utenza qualora il cliente avesse presentato reclamo alla compagnia per malfunzionamenti riscontrati sulla fornitura stessa e questa non avesse risposto, oppure nel caso in cui il deposito cauzionale dovesse avere un valore pari o superiore al debito.

Bollette non pagate intestate a deceduto

Può succedere che le bollette non pagate siano intestate a un utente deceduto.

In questo caso dovranno essere pagate solo se la voltura viene effettuata a nome di un familiare, che sarà quindi tenuto ad accollarsi il debito e a saldarlo (si parla infatti di “voltura con accollo”). All’atto della voltura, per ragioni di validità della pratica, dovrà essere allegata anche una dichiarazione in cui il soggetto dichiara di essere l’erede del defunto.

Se invece nell’intestazione subentra un utente non familiare, il debito decade automaticamente.

La rateizzazione

Quando ormai l’utente è debitore a seguito del mancato pagamento delle bollette, potrà saldare il debito anche tramite rateizzazione.

Con la costituzione in mora l’azienda fornitrice è infatti tenuta ad offrire un piano di rateizzazione di almeno 12 mesi, con rate scandite nelle stesse tempistiche con cui di solito avviene la fatturazione. Qualora il moroso volesse avvalersi di un piano personalizzato o inferiore alla durata annuale, dovrà espressamente comunicarlo per iscritto.

Laddove il cliente non paghi una rata, l’importo sarà maggiorato con gli interessi di mora, e potrebbe perfino essere obbligato al pagamento dell’intero debito entro poche settimane dalla scadenza della rata non pagata.

Bollette pagate dopo la sospensione del servizio

E se l’utente salda il debito ma solo dopo che la sospensione del servizio è già avvenuta?

In questo caso l’utenza deve essere necessariamente ripristinata in tempi brevi, entro 48 ore dal pagamento e in maniera automatica, senza cioè che l’utente non solo non sia tenuto a stipulare con la compagnia un nuovo contratto, ma senza anche che invii alcuna comunicazione al gestore circa l’avvenuto pagamento, dato che risulterà in maniera immediata allo stesso, a prescindere dal canale di pagamento scelto.

Bollette non pagate, prescrizione

Nonostante le bollette non siano state saldate, esiste un escamotage legale attraverso il quale l’inadempiente può farla franca, seppur in presenza di condizioni particolari. Le fatture non pagate possono infatti andare in prescrizione.

Si tratta di una casistica non diffusa e nemmeno facile a cui possa aggrapparsi chi non paga.

Le bollette si prescrivono in 2 anni a partire dalla data di scadenza delle stesse. Ma la prescrizione, per operare senza interruzioni, non deve essere inframezzata da comunicazioni di solleciti di pagamento.

Solo le comunicazioni formali, a mezzo raccomandata o PEC, interrompono la prescrizione avendo valenza legale. Ogni altra comunicazione pervenuta con altri mezzi (quali telefono o posta ordinaria) non preclude la decorrenza della prescrizione.

Una volta prescritta la bolletta l’azienda fornitrice non potrà più rivalersi in alcun modo sull’inadempiente. Questo significa che non sarà più previsto il distacco della fornitura né il cliente si vedrà recapitare alcun decreto ingiuntivo o una citazione in giudizio per recupero crediti.

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